Tempo dopo l'annuncio da parte del governo indiano della cancellazione dell'autonomia dello stato del Kashmir tutte le comunicazioni da e verso lo stato himalayano sono ancora sospese e continua ad essere in vigore il coprifuoco. Il black out totale imposto domenica scorsa su internet, linee fisse e mobili, rende impossibile sapere cosa stia accadendo nelle varie province della regione. Intanto il premier pakistano Imran Khan ha dichiarato che il suo governo sta considerando l'ipotesi di rivolgersi al consiglio di sicurezza ONU. La decisione annunciata dal governo indiano verrà discussa dalla corte suprema di New Delhi, chiamata a valutarne la costituzionalità. Il decreto trasforma lo stato e lo smembra in 2 unioni territoriali, una sorta di province sottoposte al diretto controllo del governo centrale. Il premier pakistano Khan ha dichiarato che tale decisione verrà combattuta in tutte le sedi legali possibili, compresa la corte internazionale di giustizia. Intanto il comando generale dell'esercito pakistano si è riunito per discutere la questione. Il generale Ghafoor, portavoce dei militari, ha reso noto il pieno sostegno dell'esercito di Islamabad alla Regione, aggiungendo che i militari appoggeranno la popolazione del Kashmir, in quella che è stata definita battaglia, fino alla fine, e che si spingerà all'estremo per rispettare gli impegni a questo proposito. Nel frattempo è stata convocata una sessione straordinaria del parlamento di Islamabad dedicata al problema. Saranno presenti in parlamento numerosi ministri e il leader dell'opposizione oltre allo stesso premier. L'India intanto ha disposto l'arresto di 3 dirigenti politici del Kashmir con l'accusa di minare la pace attraverso le loro attività. Gli arci rivali India e Pakistan, entrambi potenze nucleari, rivendicano la proprietà del Kashmir, area a maggioranza musulmana, e finora la gestivano assieme.
Franco de Stefani