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222 morti e 843 feriti; questo il bilancio, purtroppo ancora provvisorio dello tsunami che ha devastato la costa tra le isole indonesiane di Giava e Sumatra con un muro d'acqua di circa 20 metri. Molti anche i dispersi; il bilancio, dicono le autorità, è destinato ad aggravarsi sensibilmente. Lo tsunami ha danneggiato centinaia di costruzioni tra cui diversi alberghi, affollati per le festività di fine anno. Abbattuto anche il palco di un concerto rock. Secondo l'Agenzia di meteorologia e geofisica indonesiana le onde anomale sono state causate da frane sottomarine seguite a un'eruzione del vulcano Krakatoa. Non c'è stato nessun preavviso, lo tsunami ha colpito di sera, attorno alle 21,30, ora locale. All'inizio le autorità hanno pensato ad una eccezionale alta marea, considerato che non c'era stato nessun terremoto. Diramato un nuovo allarme, con l'invito ai residenti delle zone colpite dallo tsunami a "stare lontani dalle spiagge". Il capo dell'agenzia meteorologica teme che sia "possibile l'arrivo di un'altra onda anomala, con nuove eruzioni del vulcano. La Farnesina e l'Ambasciata d'Italia a Giacarta hanno attivato delle Unità di Crisi per prestare ogni assistenza necessaria ai cittadini italiani presenti nell'area. Il 26 dicembre di 14 anni fa, lo ricordiamo, un violentissimo sisma, di magnitudo 9.1, colpi l'Oceano Indiano, al largo della costa nord-occidentale di Sumatra, sempre in Indonesia, il successivo tsunami provocò 226 mila morti.
(red)
La popolazione ucraina è stata nuovamente colpita da un violento attacco russo, questa volta diretto contro le infrastrutture energetiche vitali.
Nel 2023 ha raggiunto un valore termico record, segnando l'incremento più alto dall'inizio delle rilevazioni moderne
L'Ucraina ha condannato con fermezza la recente telefonata fatta dal cancelliere tedesco Olaf Scholz a Putin sottolineando come questa possa incoraggiare la Russia a perseverare nella sua aggressione militare e a non sentirsi isolata.
Uno studio della University of Southern California e della Thomas Jefferson University di Philadelphia rivela come l’aumento del consumo di alcol registrato nel corso della pandemia non sia rientrato con la fine dell’emergenza.
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