Sono circa 14.000 i combattenti siriani filoturchi allertati dall'esercito turco in Siria per un eventuale operazione militare nel nord-est del Paese. Lo ha riferito oggi il portavoce del "Fronte nazionale siriano", il più ampio raggruppamento di combattenti arabi siriani cooptati dalla Turchia in funzione anti-curda nel nord della Siria.
"Tutte le preparazioni sono state completate per l'operazione" militare turca nel nord-est del Paese. Lo ha riferito, in tweet, il Ministero della Difesa di Ankara, precisando però che "la creazione di una zona di sicurezza o di corridoio di pace è essenziale per la sicurezza dei siriani e la pace e la stabilità della regione".
Intanto le milizie curde hanno ribadito che risponderanno "a qualsiasi tipo di attacco" e si difenderanno. "Come forze democratiche curde ci siamo fondati per questo, difendere il nostro popolo", affermano le milizie curde. Il comandante delle unità femminili ha poi affermato che "se la Turchia interverrà sul nostro territorio sarà un tradimento". Ciò vuol dire che "che l'Occidente era sul territorio solo per l'Isis non per una soluzione democratica e per la libertà di tutti", ha precisato, invitando tutta la comunità internazionale a impegnarsi per "una soluzione pacifica".
Nel contempo la Gran Bretagna si dice "profondamente preoccupata" ed avverte Ankara che non sosterrà questa decisione. "Un'azione militare unilaterale destabilizzerebbe la regione" e minaccerebbe gli sforzi per sconfiggere lo Stato Islamico, afferma il portavoce del premier, Boris Johnson.
Il presidente americano, Donald Trump, ha intanto affermato che l'esercito statunitense può anche "essere nel processo di lasciare la Siria, ma in alcun modo" ha abbandonato i curdi. "Stiamo aiutando i curdi finanziariamente e con le armi", ha aggiunto Trump.
E. P.