A causa della pandemia di Covid-19, per la prima volta due paesi si sono ufficialmente riconosciuti con una cerimonia online. È successo lunedì scorso, quando Israele e Kosovo hanno stabilito rapporti diplomatici attraverso la piattaforma di video-conferenze "Zoom".
La mossa è diretta conseguenza degli accordi di Washington tra Serbia e Kosovo voluti dall'ex presidente americano Donald Trump. Pristina ha anche deciso di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele, annunciando che aprirà a breve la propria ambasciata nella città contesa tra israeliani e palestinesi.
Il riconoscimento reciproco è stato salutato con entusiasmo sia in Kosovo che in Israele. La ministro degli Esteri kosovara, Meliza Haradinaj-Stublla, ha ringraziato gli Stati Uniti per il supporto ricevuto, mentre il suo omologo israeliano, Gabi Ashkenazi, ha definito l'apertura dei rapporti bilaterali "un passo importante e storico".
Non tutti hanno però gradito. La Serbia, nonostante gli accordi di Washington, ha espresso la propria insoddisfazione verso Israele, con cui Belgrado ha tradizionalmente buoni rapporti. Belgrado, che si è impegnata a sua volta a spostare la propria ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, non ha ancora chiarito se e quando intende procedere in tale direzione.
Il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele ha attirato a Pristina anche forti critiche da parte dell'UE, che insiste nel voler sciogliere il nodo di Gerusalemme solo dopo una soluzione condivisa del conflitto tra israeliani e palestinesi.
Francesco Martino