Le alture del Golan fino al 1967 erano parte della Siria. Durante la guerra dei 6 giorni le truppe israeliane occuparono il territorio che amministrano da allora. La dichiarazione di Trump, il quale ha evidenziato che per gli Stati Uniti, dopo oltre 52 anni di occupazione de facto, sia giunto il momento di riconoscere la sovranità israeliana sul territorio, il che ha suscitato un vespaio. Le critiche non sono mancate ad iniziare dalla Siria, che ha evidenziato che gli Stati Uniti stanno violando il diritto internazionale e numerose risoluzioni ONU, a partire dalla 497 che condanna le azioni di Israele come illegali, dalla Turchia, che ha parlato che il tentativo di legittimzione porterà solo a più violenza e sofferenza nell'area, e dai palestinesi. Il segretario dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e capo negoziatore Saeb Erekat ha dichiarato al riguardo che tale mossa porterà ad una destabilizzazione certa e ad un ulteriore spargimento di sangue nella regione. Alle critiche si è aggiunta anche la Russia, che ha fatto sapere che non accetterà mosse unilaterali sullo status delle alture del Golan. Trump con ogni probabilità intendeva dare sostegno al premier israeliano Netanyahu in vista delle prossime elezioni in Israele in quanto Netanyahu si trova in chiara difficoltà mancando i consensi che sono precipitati a causa delle accuse di corruzione, con relative inchieste penali in corso. Le dichiarazioni seguono il contestato spostamento dell'ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme e al taglio degli aiuti umanitari ai rifugiati palestinesi.
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