Il blackout in Venezuela ha causato la morte di 13 pazienti in un ospedale dello stato nord-orientale di Mongas. Un'associazione che monitora Internet ha detto che il 98% del paese è rimasto scollegato dalla rete.
Nonostante il blackout quasi totale in corso nel Paese da oltre 48 ore, nella capitale sono sfilati due cortei: quello del governo di Nicolas Maduro e dall'opposizione guidata da Juan Guaidó che ha parlato alla folla con un megafono, in piedi su un'automobile, dopo che la polizia ha fatto smontare la tribuna eretta per il suo comizio sulla Avenida Victoria. Gli agenti antisommossa hanno anche cercato di impedire ai manifestanti di riunirsi ma hanno in seguito deciso di ritirarsi, una decisione salutata con applausi e ovazioni dalla folla. Nel suo discorso Guaidó ha denunciato l'incompetenza del regime di Maduro ed invitato i suoi simpatizzanti ad unirsi contro i veri responsabili della crisi che sta interessando il Paese.
Intanto il presidente Nicolas Maduro ha denunciato un nuovo attacco cibernetico che ha impedito il ripristino dell'elettricità in tutto il Venezuela. Parlando di fronte a migliaia di sostenitori riunitisi nella capitale, Maduro ha spiegato che i suoi collaboratori avevano ripristinato l'energia elettrica in quasi il 70% del Paese quando un altro attacco informatico ha preso di mira le fonti di energia tornate da poco in funzione.
Nonostante sia ricco di petrolio, il Paese, per la produzione di energia elettrica dipende soprattutto dalla sua infrastruttura idroelettrica, che gli ultimi anni di crisi economica hanno visto fortemente deteriorare a causa della mancanza di investimenti sufficienti. In particolare, ad essere colpiti sono gli ospedali, per la maggior parte privi di generatori di emergenza.
Maja Novak