Caos e almeno 7 morti in Venezuela dopo che il leader dell'opposizione, Juan Guaidó, ha giurato come nuovo capo dello Stato. "Giuro di assumere formalmente i poteri nazionali dell'esecutivo come presidente ad interim del Venezuela fino alla fine dell'usurpazione, la creazione di un governo di transizione e lo svolgimento di libere elezioni", ha detto Guaidó.
Numerosi gli Stati che hanno già riconosciuto Guaidó alla guida del Paese, tra questi Usa, Canada e Argentina, ma anche la stessa Organizzazione degli Stati Americani e diversi governi sudamericani. Gli Stati Uniti hanno inoltre invitato anche gli altri governi occidentali a fare lo stesso.
Il capo della Casa Bianca, Donald Trump, ha affermato che "il popolo del Venezuela ha coraggiosamente detto la propria contro Maduro e il suo regime e ha chiesto libertà e Stato di diritto". Trump ha assicurato che continuerà a "usare appieno il peso del potere economico e diplomatico degli Stati Uniti per spingere per il ripristino della democrazia" in Venezuela. Anche l'Unione europea sostiene la democrazia e chiede elezioni libere e oneste.
La Corte suprema intanto ha ordinato l'apertura di un'inchiesta penale nei confronti della stessa Assemblea Nazionale, dove siede una maggioranza dell'opposizione. Anche l'esercito si è schierato dalla parte di Maduro, che ha "deciso di rompere le relazioni diplomatiche e politiche" con gli Stati Uniti, cacciando i diplomatici Usa dal Paese, lo stesso vale per le delegazioni degli altri Stati che hanno riconosciuto Guaidó come legittimo presidente. Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha però annunciato che Washington non richiamerà i propri diplomatici; Maduro, secondo gli States, ha infatti perso il potere di rompere le relazioni diplomatiche con gli altri Paesi.
E. P.