Il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, non accetterà che "un qualsiasi impero" imponga al Paese "governi per vie extracostituzionali. In Venezuela prevarrà il rispetto della volontà popolare, della Costituzione e della sovranità. Non rinuncerò mai, continueremo a governare con l'appoggio civico e militare del popolo", ha aggiunto Maduro, definendo un governo di pagliacci quello guidato da Juan Guaidó, leader dell'Assemblea Nazionale che si è autoproclamato presidente ad interim. Questo ha già chiesto aiuti umanitari a Washington, i venezuelani hanno bisogno di cibo e medicine.
La crisi politica, nata in Venezuela, rischia di creare anche uno scontro diplomatico internazionale: Stati Uniti e Unione europea sono infatti schierati dalla parte di Guaidó, Russia, Cina e Turchia invece da quella di Maduro, che ha poi annunciato la chiusura dell'ambasciata e di tutti i consolati venezuelani negli Usa, richiamando tutto lo staff diplomatico. Anche il Dipartimento di Stato americano poi deciso di fare lo stesso, chiedendo alla maggior parte della delegazione statunitense di lasciare il Paese.
Decine di migliaia di persone si sono riunite a Caracas per sostenere Maduro, con un bilancio di 16 vittime. Nell'ultima settimana di proteste contro il presidente nel Paese sono invece morte in tutto 26 persone, 230 sono state arrestate. In alcune zone le forze armate hanno fatto uso di lacrimogeni e proiettili di gomma contro i manifestanti.
E. P.