Il numero complessivo è salito a 120 milioni a maggio 2024, con i Paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75 percento dei rifugiati e con i Paesi meno sviluppati che hanno dato asilo al 21 percento del totale. Lo scorso anno le persone costrette alla fuga hanno raggiunto nuovi livelli storici in tutto il mondo, secondo quanto emerge dal rapporto diffuso dall'Agenzia ONU per i Rifugiati. Un numero in crescita per il dodicesimo anno consecutivo, a causa di nuovi conflitti, di quelli in corso e dimenticati, a cui si aggiunge l’incapacità di risolvere le crisi di vecchia data.
Un fattore chiave che ha fatto lievitare il numero di persone costrette alla fuga è stato il devastante conflitto in Sudan: dall'aprile 2023, sono stati registrati più di 7,1 milioni di nuovi sfollati nel Paese, con altri 1,9 milioni in fuga oltre i confini. Alla fine del 2023, un totale di 10,8 milioni di sudanesi era sradicato dalle proprie abitazioni. Nella Repubblica Democratica del Congo e in Myanmar, milioni di persone sono state costrette alla fuga l'anno scorso a causa dei combattimenti. L'Agenzia dell'ONU stima che alla fine dello scorso anno, nella Striscia di Gaza, 1,7 milioni di persone, il 75 percento della popolazione, erano sfollate a causa del conflitto innescato dalle stragi di Hamas in territorio israeliano. La Siria rimane la più grande crisi di rifugiati al mondo, con 13,8 milioni di persone costrette alla fuga. Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati avverte che senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie. Il rapporto mostra anche qualche progresso; nel 2023 a livello mondiale, più di 5 milioni di sfollati interni e 1 milione di rifugiati sono tornati alle proprie case.
Delio Dessardo