Foto: Reuters
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In un clima di grande tensione, le parti sono finalmente riuscite a superare gli ostacoli e a risolvere le ultime divergenze. Un’intesa particolarmente travagliata e sofferta che dà ora il via a un nuovo capitolo per il conflitto in Medio Oriente e che prevede nel primo pomeriggio la scarcerazione dei primi ostaggi; come annunciato si tratterebbe di donne, bambini e persone malate. La prima fase, della durata di sei settimane, sarà quindi caratterizzata da un iniziale scambio di prigionieri: Hamas procederà al rilascio di una prima tranche di ostaggi israeliani, mentre la controparte libererà circa 700 palestinesi. Le successive fasi saranno dedicate poi al completamento dello scambio dei prigionieri, al ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati e all'avvio di un ambizioso programma di ricostruzione. Hamas ha avviato un'ampia operazione di dispiegamento di forze di polizia su tutto il territorio, con l'obiettivo di rafforzare il mantenimento dell'ordine pubblico e garantire la sicurezza dei cittadini. Tale iniziativa, comunicata dal movimento stesso segna una nuova fase nella gestione della sicurezza interna della Striscia. Parallelamente, i Ministeri governativi si preparano a riprendere ufficialmente le loro attività operative, a testimonianza di un progressivo ripristino delle istituzioni. Un significativo flusso di aiuti umanitari ha intanto raggiunto la Striscia nelle ultime ore. Ben 95 camion carichi di beni di prima necessità sono entrati nel territorio attraverso il valico di Kerem Shalom, controllato dalle autorità israeliane. Parallelamente, si registra una massiccia presenza anche sul lato egiziano del valico di Rafah, dove oltre 2.000 automezzi, tra cui molte ambulanze stanno varcando il confine per portare ulteriore assistenza alla popolazione. Questo valico, unico punto di transito terrestre tra la Striscia e l'Egitto, riapre, in seguito all’accordo rappresentando un passaggio cruciale per ritornare, si spera alla normalità.

Alessia Mitar