Il bilancio delle vittime è stato fornito dal presidente del Daghestan, Serghey Melikov, su Telegram e, a partire da oggi, sono stati proclamati 3 giorni di lutto. Il ministero dell'Interno della repubblica ha fatto sapere che anche 6 terroristi sono stati uccisi. Tra le vittime figura l'arciprete Nikolai Kotelnikov, di una delle due chiese ortodosse attaccate, che è stato accoltellato, e il guardiano dello stesso luogo di culto. Sono state attaccate due chiese, una sinagoga e un posto di blocco della polizia stradale nelle città di Malakhchala e Derbent. Nella sinagoga non sono segnalati morti o feriti. Al momento, la situazione sarebbe tornata sotto controllo mentre le indagini puntano all'identificazione di tutti coloro che fanno parte delle "cellule dormienti" del terrorismo in Daghestan, una repubblica, confinante con la Cecenia, che conta su una forte e diffusa presenza di gruppi islamisti. Il Comitato nazionale antiterrorismo ha deciso una mobilitazione eccezionale in tutto il Daghestan delle forze dell'ordine specializzate in azioni antiterrorismo. Il patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa e fermo sostenitore del Cremlino, ha affermato che il "nemico" sta cercando di distruggere la "pace interreligiosa" in Russia, senza nominare chi ne sia il responsabile. Ad aprile, lo ricordiamo, il servizio di sicurezza russo FSB aveva dichiarato di aver arrestato quattro persone in Daghestan sospettate di aver pianificato l'attacco mortale alla sala concerti Crocus City Hall di Mosca nel mese precedente, che era stato rivendicato dallo Stato islamico e nel quale erano rimaste uccise 145 persone; oltre 500 i feriti. Quattro uomini armati avevano prima aperto il fuoco sulla folla e successivamente incendiato la struttura.
Delio Dessardo