La maggioranza dei membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha affermato, durante un incontro straordinario sui trasferimenti di armi occidentali all'Ucraina, che quest'ultima ha il diritto all'autodifesa. Ondina Blokar Drobič, viceambasciatrice slovena, ha sottolineato che la questione dell'assistenza militare non si sarebbe posta se la Russia non avesse attaccato l'Ucraina, trovando consenso tra diversi rappresentanti internazionali. Durante la riunione, George Szamuely, analista dell'Istituto di Politica Globale di Washington, ha criticato la politica occidentale, suggerendo che il conflitto non riguardi un'espansione territoriale russa, ma sia piuttosto una reazione alla crescente presenza della NATO in Europa orientale. Tuttavia, diversi membri del Consiglio hanno contestato questa interpretazione, ribadendo che l'invasione russa resta una violazione del diritto internazionale. I presenti hanno discusso anche dell’escalation della situazione in Medio Oriente. Il dibattito si è surriscaldato quando Francesca Albanese, relatrice speciale dell’ONU per i territori palestinesi occupati, ha accusato Israele di genocidio nella Striscia di Gaza. Nel suo ultimo rapporto, Albanese ha dichiarato che Israele starebbe deliberatamente attuando politiche mirate a creare condizioni di vita insostenibili per i palestinesi, con l’intento di annientare la popolazione. Secondo l’Alto Commissariato per i Diritti Umani, dall’inizio dell’attuale escalation sarebbero stati uccisi oltre 43mila palestinesi, inclusi 15 mila bambini. Albanese ha sollecitato l’ONU a valutare la possibilità di sospendere Israele dalla sua posizione di Stato membro, un’iniziativa sostenuta da diversi leader arabi. Le dichiarazioni hanno generato una forte reazione, soprattutto dagli Stati Uniti, con l’ambasciatrice Linda Thomas-Greenfield che ha accusato la relatrice di antisemitismo, chiedendone la rimozione. Nel suo discorso sui diritti dei palestinesi, Albanese ha tuttavia difeso la sua posizione, affermando che le pratiche israeliane seguono uno schema che ricorda i genocidi del passato, come quello degli ebrei in Europa, dei tutsi in Ruanda e dei bosniaci musulmani in Jugoslavia
M.N.