Foto: Reuters
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La questione dell'utilizzo di missili a lungo raggio, come i britannici Storm Shadow, è stata al centro di un ampio dibattito tra i due leader. Keir Starmer, che aveva anticipato la sua intenzione di discutere la possibilità di colpire in profondità obiettivi militari russi, ha dichiarato ai giornalisti che l'incontro non aveva come obiettivo di arrivare a una "decisione finale in merito". La discussione continuerà quindi in futuro, probabilmente già durante la prossima Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Kiev dovrà quindi attendere per un via libero definitivo. La Casa Bianca, pur non escludendo la possibilità di un cambiamento nella propria politica, non ha ancora formalizzato il sostegno a tali operazioni. Washington si trova infatti a dover affrontare un delicato equilibrio; sostenere militarmente l'Ucraina senza tuttavia provocare un'escalation diretta con la Russia. Durante l'incontro, Biden e Starmer hanno inoltre espresso profonda preoccupazione per il sostegno militare fornito da Iran e Corea del Nord alla Russia. Mosca avverte intanto che un coinvolgimento più importante della Nato nel conflitto o l'autorizzazione all'utilizzo di armi occidentali per attacchi contro il territorio russo potrebbe venir considerata come una grave provocazione. "Allo stato attuale nessuno ha bisogno di un conflitto nucleare, ma la pazienza della Russia ha un limite", ha dichiarato Dmitri Medvedev, vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo, sottolineando come l'attacco delle forze di Kiev contro la regione di Kursk potrebbe venir considerato di per sé come prerequisito formale per la decisione di usare armi nucleari. ."Si tratta di una decisione difficile, con conseguenze irreversibili", ha ribadito.

M.N.