La Convenzione, il trattato più ratificato al mondo con ben 196 paesi firmatari, è entrata in vigore nel 1990 e stabilisce diritti essenziali come quello alla vita, allo sviluppo, alla salute, all’istruzione, all’identità e alla famiglia. Ciò, tuttavia, non ne garantisce il rispetto. L'UNICEF evidenzia come i rapidi cambiamenti globali stiano mettendo in discussione le basi dell'infanzia del futuro. Conflitti e gravi violazioni dei diritti minano uno dei principi fondamentali dell’umanità: il diritto alla cura e alla protezione dei bambini.
Nell'occasione la presidente della Camera di Stato, Urška Klakočar Zupančič, ha sottolineato come sia responsabilità degli adulti creare un mondo migliore per i più piccoli, ricordando al contempo che ogni bambino ha il diritto di vivere in pace e in un ambiente pulito e sicuro. Inoltre, deve essere ascoltato e coinvolto nelle decisioni che lo riguardano. Ciò può venir raggiunto, evidenzia Klakočar Zupančič, solamente attraverso una società inclusiva, basata sul dialogo e l'accettazione delle diversità.
Due giovani ambasciatrici dell'UNICEF hanno nel frattempo condiviso con il premier Robert Golob alcune storie di disagio giovanile. Al primo ministro è stato chiesto di sostenere, con azioni concrete, la rete di servizi per la salute mentale dei bambini. Attraverso un'iniziativa apposita, l'organizzazione per l'infanzia ha infatti dato voce ai disagi mentali dei ragazzi, promuovendo azioni mirate per migliorare i sistemi di supporto psicologico nel Paese.
Stando ai più recenti dati statistici, risalenti al 2023, in Slovenia vivono attualmente 377.804 bambini, il 20% in meno rispetto a 30 anni fa. La struttura familiare si è trasformata, solo la metà di questi vive infatti con genitori sposati e conviventi, mentre addirittura il 23% vive con un solo genitore. Tuttavia, rispetto ad altri Paesi dell'Ue, emerge un dato positivo: il 94% dei bambini passa regolarmente tempo con i propri genitori, sia durante i pasti che in attività quotidiane come il gioco e lo sport
M.N.