“Aiutando l’Ucraina a difendersi difendiamo la Slovenia e l’Europa”. Non ha dubbi il premier Janez Janša su quella che sia la strada da seguire e non ha nemmeno dubbi sul fatto che lo spazio di libertà e democrazia debba essere allargato, perché altrimenti quello stesso spazio sarà occupato da altri. Proprio per questo l'unica prospettiva dell'Unione europea è quella di aprire le proprie porte.
Le cose, intanto, in questi giorni sono cambiate - ha detto Janša - e adesso ci troviamo con un'Unione europea che non è mai stata tanto unita. Aiutare l'Ucraina resta un imperativo e le prospettive di vittoria per Kiev non possono essere messe in dubbio, vista la volontà del suo popolo di difendersi. A testimoniarlo sono le colonne di emigrati ucraini che in questi giorni stanno tornando in patria per imbracciare le armi. Per Janša, il "dittatore Putin" non vuole prendere il paese solo per la paura di una Ucraina europea, ma soprattutto per le sue risorse. Se verrà lasciato fare il suo appetito non verrà placato, ma mirerà ad altre conquiste.
Un discorso perfettamente in sintonia con quello dell’ambasciatore ucraino in Slovenia, Mykhailo Borodovych, che si è detto convinto che i destini dell’Europa si difendono nel suo paese. Gli ucraini sono ben decisi a proteggere la loro nazione - ha rimarcato l'ambasciatore - e lo stanno dimostrando sin dall'inizio dell'invasione. Un ringraziamento a tutti i vertici politici sloveni ed in particolare al premier Janez Janša per la reazione ed il supporto immediato. Il presidnete dell'associazione Lubiana – Kiev, Jevgenij Gorešnik, che ha organizzato la manifestazione, non ha mancato di ricordare come proprio Janša si sia adoperato per primo per aprire le porte dell'Unione europea all'Ucraina, mentre il ministro della Difesa, Matej Tonin, ha rilavato come ogni giorno di resistenza rende la vittoria finale e la pace più vicina. Nonostante la gravità della situazione, anche il ministro dell’Economia, Zdravko Počivalšek, ha detto che si intravedono raggi di speranza, mentre il presidente del Consiglio di Stato, Alojz Kovšca, ha rimarcato che non si lasciaranno che cadano i pezzi di domino della democrazia, che la libertà si difende con le armi e che la Slovenia ed il mondo libero sono con gli ucraini.
Stefano Lusa