Dopo che l'epidemia è rimasta stagnante con i dati dei contagi in leggera decrescita nelle ultime tre settimane, la curva delle infezioni ha ripreso a salire, con la nostra regione che continua a distinguersi per il numero di infezioni giornaliere rispetto al resto del paese. Una situazione che preoccupa gli esperti che in questi giorni hanno segnalato alcuni errori fatti secondo loro dal governo, come ad esempio la tempistica introdotta per la validità del certificato GVT. Quest’ultimo, infatti, risulta in regola subito dopo l’immunizzazione completa, senza aspettare i giorni richiesti per la copertura.
Un problema soprattutto per quanto riguarda il vaccino Janssen che prevede una sola dose e il cui uso sarebbe stato sconsigliato già tempo fa dall’Istituto nazionale di sanità pubblica perché considerato il meno efficace tra tutti gli antidoti a disposizione. Un consiglio che il governo non ha seguito comprando dall'Ungheria ulteriori dosi del vaccino della Johnson & Johnson, che, tra l'altro in molti paesi non viene più somministrato da tempo e negli Stati Uniti sta andando verso la seconda dose, visto l'alto numero di infezioni tra i vaccinati con questo antidoto.
Inoltre gli esperti hanno tenuto a dire che questo vaccino era stato sconsigliato per la fascia più giovane della popolazione; ma purtroppo questo consiglio in molti casi non è stato seguito visto che tra l'altro una parte consistente dei vaccinati degli ultimi mesi ha preferito farsi iniettare il Janssen per ottenere il certificato prima. Con la morte di una giovane dopo che le era stato iniettato il Janssen, l'opinione pubblica ha iniziato a chiedere di indicare i responsabili di questa situazione e il quotidiano 'Dnevnik', comfermando le parole del gruppo di esperti, li ha individuati nel ministro della sanità Janez Poklukar e in alcuni suoi consultenti che il 27 agosto avrebbero partecipato ad una sessione in corrispondenza del governo facendo questa scelta strategica.
È, quindi , evidente dalla documentazione governativa consultata dal 'Dnevnik' che i consulenti esterni non hanno partecipato alla preparazione del materiale relativo alla certificazione GVT, come già affermato da Mateja Logar e Bojana Beović, entrambe a capo dei due gruppi istituiti per gestire il fronte Covid e la campagna vaccinale. Dai documenti emerge anche che l’Istituto nazionale di sanità pubblica è intervenuto più volte segnalando l’inopportunità della decisione presa.
Intanto il direttore dell'istituto nazionale di sanità Milan Krek ha detto a radio Slovenia che se presto si potrebbe arrivare ad una nuova chiusura del paese e che l'unico modo di evitarlo è rispettare le misure ancora in vigore e applicare il sistema GVT in modo fermo. Inoltre ha ricordato che le mascherine sono ancora richieste, anche se molti non le usano più, avendo frainteso le parole della corte costituzionale.
Barbara Costamagna